domenica 22 maggio 2011

Chi si accontenta gode


Era una grigia giornata di gennaio, illuminata solo dalle insegne del centro di Milano, ognuna di colori, forme e grandezze diverse, ma tutte accomunate da una sola splendente parola: SALDI.
Così, mi apprestavo a scandagliare scaffali e appendini, ripetendo nella mia testa un mantra: "Mai e poi mai farsi abbindolare da una cosa che ti piace molto ma non ti serve e che tra l'altro costa più di quanto ti possa permettere".
I miei buoni propositi sono serviti davvero. Ho fatto una superba colazione in via Dante e ho pensato che sarei potuta resistere a tutte le tentazioni tranne quella di un cappuccino e un croissant con la cannella o ancora meglio con il cioccolato, due passi tra le vetrine dei negozi ancora chiusi e una grande pace dentro di me: niente sacchetti in mano, niente scontrini da nascondere per fare finta di non avere mai fatto un gesto azzardato con il bancomat, niente senso di colpa, ma soprattutto nessuna intenzione di tornare a casa con un "bottino".
Dicevo, i miei buoni propositi sono serviti davvero. Fino alla Rinascente. Ho superato indenne boutique e franchising vari, ma lo ammetto, la Rinascente mi manda in estasy. Forse perchè spalancate le porte ci si trova davanti a una quantità di cosmetici che fa rabbrividire. Forse perchè le stupende scatolette di tali gioie riportano i nomi di Mac, Chanel, Dior, Shu Uemura, Estée Lauder e chi più ne ha più ne metta.
In ogni caso, sto divagando. Salto deliberatamente la parte in cui una diavolessa ha preso possesso del mio corpo e mi ha tenuta per diverso tempo allo stand Mac (a cui credo di avere anche acquistato qualcosa, che adesso mi sfugge ma forse è meglio così) e arrivo al dunque. Ero al piano delle scarpe. Mi guardavo in giro con l'aria di chi dice "no non mi freghi" e improvvisamente... Sono stata fregata.



Oh, non che l'amore si possa considerare una fregatura. Non che un colpo di fulmine possa essere inserito nel libro nero di una vita senza grandi emozioni.
Ad ogni modo, è bastato uno sguardo e mi sono innamorata. Ho guardato i dettagli e ho pensato che erano perfetti: il colore, l'altezza, il materiale, le applicazioni. Certo forse il prezzo no. Ma ecco che la diavolessa ha colpito ancora e mi ha suggerito di trovare una scusa qualunque per comprarle. Tempo due minuti ed ecco la scusa bella e pronta: il matrimonio di due amici, bè mica ci potevo andare a piedi nudi no? Quindi mi servivano! Solo un punto a sfavore della scelta che stavo per fare: avrei dovuto conservare le mie tenere scarpe fino a fine maggio. Cinque mesi??? Terrore, orrore, sudore, sconforto, rinuncia. Macchè! Le ho comprate e mi sono convinta che facevo la cosa giusta, pur dovendo attendere tale e tanto tempo.
Insomma, venerdì scorso il momento è arrivato. Niente più basse temperature, un saluto a neve e ghiaccio. Un benvenuto alle piante che fioriscono e agli uccellini che cantano. E' stato estenuante, tremendo, terribile, giorni e giorni di lacrime e sofferenze. Ma il momento è arrivato.
Così, venerdì, mentre la mia amica convolava a nozze con il suo principe azzurro e coronava il suo sogno d'amore di bianco vestita, io mi beavo di avere potuto finalmente indossare cotanta bellezza e cercavo di non arrendermi al dolore imposto dal mio dolce peso sul tacco. Mentre lei diceva SI davanti a tutta la chiesa e per tutta la vita, io pensavo che molto probabilmente non sarei mai arrivata all'altare, ma con addosso un paio di scarpe forse non era la fine del mondo.
Chi si accontenta gode. O no?


1 commento:

  1. Peccato solo per il tempo... Dopo il saluto a neve e ghiaccio, un freddo benvenuto ai diluvi primaverili!
    Ma non si può certo negare che abbiano avuto un degno battesimo.
    Sicuramente uno di quei casi in cui l'attesa viene ripagata.

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