martedì 15 gennaio 2013

La sindrome della minestra riscaldata

Le serate con le amiche portano sempre qualcosa di buono. Non solo una pizza, non solo un po' di chiacchiere in splendida e divertente compagnia. Certe volte, tra un pettegolezzo e l'altro, tra un argomento più o meno serio, salta fuori anche una nuova consapevolezza: sono affetta da sindrome della minestra riscaldata.

Ok, per i più precisi, forse avrei dovuto iniziare questo post con un "buon anno" o qualche parola di scusa per la mia lunga assenza, l'ennesima. E' così, apro questa finestra e ne respiro l'aria fresca un po' raramente, perchè in questo modo, quando lo faccio, me la godo di più e non ho la sensazione di fare - ancora - qualcosa di forzato, o sempre uguale. E questo mi riporta all'affermazione di prima: sono affetta da sindrome della minestra riscaldata.
L'espressione "la minestra riscaldata non è mai buona" è più spesso utilizzata in ambito sentimentale ma, sebbene nel mio caso sarebbe più che pertinente, non è di questo che sto parlando.



5 gennaio 2013: primo giorno di saldi. Trotterello per le strade di Milano con tante speranze per la possibilità di nuovi acquisti a prezzi scontati, ma mi rendo conto molto presto che le mie aspettative erano troppo alte. Le percentuali di sconto sono ancora insufficienti per concedermi di fare qualche pazzia, così mi dico "ok, lasciamo perdere gli sfizi, compriamo qualcosa di utile".
 Da mesi valutavo l'opportunità di dire addio al mio storico coprispalle nero, che per anni mi ha accompagnata negli inverni freddi, senza mai dimenticarsi di salvarmi anche dall'arietta che talvolta tira nelle serate estive. Vestita elegantina, o anche no, lui c'era, e stava bene con tutto. Insomma, era la mia tenera coperta di Linus e nonostante qualche piccola defaillance da usura, aveva quella inimitabile capacità di infilarsi nella mia borsa e restarci per giorni, senza poi dare la parvenza di essere sciupato quando c'era bisogno di lui.

Parlo al passato, ma in realtà quel coprispalle non l'ho buttato, neanche per sogno. Oh si, da Phard ho trovato un sostituto che sarebbe potuto risultarne degno. E l'ho anche comprato.
La mia intenzione, giuro, era quella di tornare a casa e attuare il passaggio di consegne. Sarebbe uscito il vecchio, per fare posto al nuovo. Ci credevo davvero. Lo dimostra il fatto che... ehm... bè, ne avevo comprati due... (non uguali). Ma forse questo non era proprio "a dimostrazione di", ma "a confutazione di".
Ad ogni modo, bisogna essere pronti per fare un cambiamento del genere. E io non lo sono. In fondo, la minestra riscaldata è pur sempre cibo... e a volte forse non è così male (continuo a non parlare di uomini, per precisare).
E poi io ho LA sindrome, non dimentichiamocelo.
Così, ecco, non me la sono sentita. E si, una volta l'ho messo quello nuovo, ma quello vecchio sarà sempre il mio preferito. Quello che mi conosce meglio, che mi fa anche fare brutta figura a causa dei buchini da continuo lavaggio (effettivamente, è stata riscaldata un po' troppe volte sta minestra...), ma con cui mi sento me stessa. Nonostante questo, mi sforzerò di lasciarlo nel cassetto e prima o poi mi convincerò. Terrò un po' la minestra nel freezer, prima di gettarla via e assaggiarne un'altra.


Ah bè, detto questo, buon anno!

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